Ascoltandoli non ho potuto fare a meno di ripensare ai bei tempi andati dell'afro e del cosmic sound. Siamo un po' tutti in debito con quel periodo storico ed i suoi protagonisti.
Ho deciso allora di condividere questo articolo, che in realtà era uno dei primissimi che scrissi e che per varie ragioni non avevo ancora pubblicato.
Quando ero un giovincello sbarbato, ero praticamente ignaro dell'esistenza e della storia di un locale leggendario della provincia di Brescia (my beautiful city) chiamato Typhoon. Solo saltuariamente veniva citato da qualche amico o conoscente di qualche anno più grande, il quale non c'era mai stato ma a sua volta ne aveva sentito parlare molto da qualcuno più grande di lui e quindi ne poteva tessere le lodi (e di riflesso poteva bullarsene con me ed i miei amici). Ma, spocchia a parte, non sapeva dire nulla sulla musica e sul viaggio che si sperimentava in quel posto (ed ovviamente al tempo le "cassettine" erano introvabili). Ed anche se lo avesse saputo, probabilmente io per primo non ci avrei prestato molta attenzione perché mi interessava altro.
Poi, anni dopo, mi si accese la curiosità e così cominciai le mie ricerche. Cercavo i dj set del Typhoon e poi del Cosmic, del Chicago e delle altre discoteche di quegli anni ed iniziai a conoscere i vari dj ed i loro stili.
Inizialmente rimasi allibito: avevo avuto una visione del futuro ascoltando suoni provenienti da un passato remoto. Ben poche cose contemporanee mi avevano dato sensazioni così intense.
E trovavo incredibile essere trascinato su ritmi che spesso non superavano i 110bpm.
Successivamente iniziai anche a chiedermi come dovesse essere frequentare quei locali in quell'epoca, cosa significasse fare il dj, collezionare dischi quando l'informatica era pressoché inesistente ed una cosa tipo internet apparteneva solo al mondo della fantascienza.
Musica che arriva allo stomaco, al cuore ed al cervello. Ho passato molto tempo in compagnia di questi dj, che mi portavano nella savana per poi trasportarmi d'improvviso in un angolo remoto della galassia.
Ed ora ho deciso di lasciare anche chi mi leggerà al cospetto di qualcosa che per me è grande. Metto giusto una manciata di link, perché oggi giorno sicuramente è possibile trovare tonnellate di materiale con pochi click. Il mio augurio è però che chi leggerà queste righe intraprenda una vera ricerca (che non vuol dire solo googolare distrattamente). Ne vale la pena.
(Ovviamente questo mio augurio non si rivolge ai figli di un dj minore. E non perché ce l'abbia con loro, semplicemente perché ho l'amara sicurezza che loro non cercheranno mai nulla, ma soprattutto non faranno mai la cosa più importante: non metteranno mai in discussione le loro certezze (troppo faticoso!). Loro sono troppo à la page e non hanno bisogno né di mettersi in discussione, né di cercare alcunché.)
Buon viaggio.
Da NOTTE ITALIANA:
Beppe Loda: I post hippy anni 70, l'afro in Italia e una vita divisa tra il cercare e il mettere i dischi
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Addio Cosmic (intervista a Daniele Baldelli)
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