+++ BREAKING NEWS +++ CARL COX SI SCAGLIA CONTRO LA CULTURA DEI VIP: "HA ROVINATO IBIZA"
Settembre 2016: Carl Cox ci rivela che il lusso ed i soldi hanno rovinato lo spirito di aggregazione e la cultura della isla.
Una notizia davvero sconvolgente!
Scherzi a parte, non voglio certo polemizzare su Carl Cox, anzi, mi risulta che sia l'unico che si sia espresso sull'argomento mettendoci la faccia, quindi tanto di cappello.
Grazie quindi a Carl Cox, la sua è un'importante conferma ed una testimonianza molto autorevole.
Ci sono un paio di passi molto significativi nell'articolo linkato:
«Non sono io a essere vecchio, è Ibiza a essere marcia ora. Sotto all’Hard Rock Hotel c’è l’Ushuaia: DJ di lusso, servizio ai tavoli con bottiglie magnum e una VIP Area su due livelli. Un tempo si stava tutti insieme quando c’era un’unica pista.»
«A Brooklyn c’è questa stanzetta che tiene 600 persone. Si chiama Output Club e dentro non sono ammesse videocamere. Vogliono davvero che la gente si concentri sulla musica, cosa che fa davvero la differenza. Era da tempo che non assistevo a uno scenario simile. Zero bottiglie ai tavoli, zero VIP. È fantastico.»Ecco, anche questa è per il sottoscritto una piacevole conferma: per trovare feste e serate al cui centro ci sia la musica, bisogna cercare tra i piccoli locali e i piccoli club.
E, a questo punto, tanto vale riportare un altro paio di passi da un'intervista di un altro artista, uno che non le manda a dire, il leggendario Atom TM:
Non ascolto molta musica contemporanea. Non mi affascina perché è troppo vicina a quello che io sto facendo in questo momento e quindi troppo intellegibile. Preferisco ascoltare cose che contengono elementi che fatico a comprendere, ho bisogno di cose che non capisco per essere motivato a comporre ancora.
Bene, fa piacere che ogni tanto qualcuno si ricordi di guardare in faccia la realtà, invece di fingere che viviamo nel migliore dei mondi possibili.
A Firenze suonerai dentro un evento intitolato ‘Internet Kills’. La politica dell’industria musicale è stato un tema centrale di molti dei tuoi lavori. Come descriveresti il suo stato in questo momento?
Credo che l’industria musicale non faccia eccezione rispetto a tanti altri ambiti della produzione culturale. In questo senso è una piccola parte di un meccanismo economico molto più grande. Per lavoro sono quotidianamente in contatto con festival, etichette, agenzie ed artisti e dunque ho una visione della cosa abbastanza specifica. Una delle questioni principali riguarda il fattore di scala: il sistema imperialistico della major investe ancora enormi cifre sulla promozione di pochi artisti per il grande pubblico mentre una straordinaria quantità di piccole e piccolissime realtà tesse le fila di un complesso sistema underground, sempre più ricco in termini di presenze ma che ha molto poco a che fare con una dimensione economica. Trovo questa situazione molto ispirante ma per niente ideale. Mi pare che questo stato dell’arte sia coerente con molti altri fenomeni leggibili a livello sociale.
Ed io posso tornare al mio sabato sera e rilassarmi con un po' di roba buona per le mie orecchie
e poi gustarmi questo:
(sì.. sto un po' in fissa su Dalì ultimamente).
AGGIORNAMENTO DEL 25/09/2016: scopro che Carl Cox suonerà per l'ultima volta allo Space al party di chiusura e sembra che lo Space chiuda i battenti. Non ho capito se e come e quando riaprirà ma sembra che in ogni caso Carl Cox non ci suonerà più. Un dettaglio in più che può aiutare a capire quali fossero le motivazioni sottostanti alle dichiarazioni del nostro sul degrado di Ibiza e che quindi probabilmente non erano del tutto disinteressate e spassionate. Va be', per quanto mi riguarda è inutile fare il processo alle intenzioni ed indagare oltre... tanto la sostanza non cambia: tempi sempre più bui per la musica indipendente.
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